Francesco Attanasio
Presidente
Ass. Civica Cosenza VALORI e LAVORO
L’ultimo appuntamento elettorale, nella duplice veste del
voto in sette regioni e in un nutrito gruppo di municipi, anche numericamente rilevanti,
ha registrato risultati che sono letti in modo diverso e, spesso, con giudizi
fortemente contrastanti.
Limitandoci prevalentemente al PD, per il dato regionale, non
si può disconoscere il dato numerico della conquista del governo in cinque
regioni su sette interessate dal voto; e, sotto questo profilo strettamente
aritmetico, il risultato è valutabile positivamente.
Si farebbe, però, torto alla nostra intelligenza, se non si
considerasse anche l’altro aspetto, politicamente più interessante per capire
le tendenze dell’elettorato, degli spostamenti dei flussi elettorali, sia globalmente
intesi come partecipazione al voto, sia come assegnazione alle singole forze
politiche.
Particolarmente significativo appare, per la prospettiva
privilegiata scelta nei riguardi del PD, il “confronto con le precedenti
europee del 2014 che ci dice che la diminuzione è risultata maggiore nelle tre
regioni “rosse” (tra -15 e -18 punti percentuali), mentre in Campania
e Puglia i
valori della partecipazione sono rimasti
sostanzialmente stabili. Anche
il confronto con le
elezioni politiche del
2013 mostra un
differenziale (tra partecipazione alle regionali e alle politiche) decisamente
più ampio nelle regioni “rosse”” (tratto dal sito summenzionato; ivi, tabelle
di confronto per ciascuna regione interessata al voto).
Né è da ritenere di pregio l’argomento, che nel caso si
presenta specioso, della presunta diversità
tra elezioni regionali, europee e politiche; ça va sans dire, non si vuol
negare le differenze esistenti tra le tre tipologie elettorali, ma soltanto
sottolineare che sembrano innegabili i (vistosi) movimenti dei flussi
elettorali in relazione alla incertezza nell’identificare un soggetto politico
trainante (elezioni politiche 2013, con una sostanziale tripartizione del
consenso), alla domanda di partecipazione politica che si spera venga ascoltata
con una rilevante apertura di credito politico (elezioni europee 2014, con il
PD al 40,08%), per finire alla odierna disillusione che risucchia pezzi di
elettorato sempre più vasto (regionali 2015).
Ancora, va sottolineato come il dato in Campania ed in
Puglia, di tenuta della partecipazione elettorale, avvenga in presenza di due
candidati a governatore non strettamente organici alla struttura partito e che
probabilmente hanno goduto di tale profilo di autonomia, incarnato dalle liste di
loro diretta espressione, per incassare una apertura di credito dell’elettorato
attraverso una maggiore partecipazione al voto ed un maggior consenso.
Per converso, le uniche due sconfitte del PD nella
competizione regionale si registrano in Veneto ed in Liguria; nel primo caso in
realtà annunciata, ma forse con sperate diverse proporzioni, nel secondo quale
coda di avvenimenti e polemiche relativi alle primarie (ed anche prima, per le
divisioni registrate); in entrambi i casi, le due candidate a governatore erano
diretta espressione del partito.
Una prima considerazione che si può trarre dai dati su
ricordati è quella relativa all’allontanamento progressivo e sempre più ampio dell’elettorato
dai partiti tradizionali (rectius, dall’unico partito strutturato oggi
esistente, il PD), cui fa da contraltare una sempre maggiore difficoltà di tali
ultimi soggetti e, segnatamente, del centro sinistra, di farsi soggetto
politico interprete ed interlocutore preferito dei cittadini, difficoltà
confermata dai dati sui ballottaggi, che vedono una crescente affermazione
delle liste civiche (amplius infra).
Il PD, in particolare, soffre in alcune realtà di divisioni e
polemiche interne e vince con nettezza quando schiera candidati con un proprio
profilo di autonomia dal partito strutturato; laddove, invece, il candidato è
espressione diretta del partito, perde (Liguria e Veneto) o si afferma con
difficoltà e di misura (Umbria).
Considerazioni non molto diverse valgono per il turno
comunale; in tutti e
78 i comuni oltre i 15.000 aventi diritto al voto,
tranne uno (peraltro
un caso atipico, nel Comune di Silius
- CA, +75 voti - che andava al ballottaggio perché i primi e unici
candidati avevano ottenuto lo stesso numero di voti al primo turno), nel passaggio dal
primo al secondo
turno il numero di votanti è
notevolmente diminuito. Nel primo
turno si sono
recati al voto 1.659.630
elettori, mentre al
secondo solamente 1.230.271, segnando
un calo di
429.359 votanti. In
pratica, con una diminuzione percentuale pari al 25,9%, un
elettore su quattro del primo turno ha deciso di restare a casa al turno
successivo (dati da http://www.cattaneo.org/images/Analisi_Istituto_Cattaneo_-_Ballottaggi_comunali__16_giugno_2015_.pdf).
Nel turno di ballottaggio, poi, sono le liste civiche –
presenti soprattutto (ma non esclusivamente) in Sicilia – ad essere le
vincitrici. In seconda posizione si
trova, invece, la coalizione di centrosinistra, che
conquista 25 comuni
nei 78 tornati
al voto per
il secondo turno.
Soltanto in
una minoranza di
ballottaggi (40,3%, ossia 25 casi su
62) il candidato
sostenuto dal Partito
democratico riesce a
diventare sindaco. Significativo è il risultato ottenuto dai candidati
del Movimento 5 stelle nei cinque ballottaggi ai quali
hanno partecipato.
Infine, la coalizione di centrodestra, soprattutto quando
si presenta unita,
è più abile
del centrosinistra a
vincere nel secondo
turno, riuscendo ad aggiudicarsi un ballottaggio su due (si vedano i
casi più rilevanti di Venezia e Arezzo) (amplius, sulla pagina da ultimo
citata).
Le elezioni comunali in Calabria confermano tale analisi; le
sconfitte in comuni storicamente governati dal centro sinistra come Lamezia Terme,
o centri rilevanti della regione, come Vibo Valentia (persa al primo turno) e
Gioia Tauro seguono le criticità sopra evidenziate. Soltanto San Giovanni in
Fiore, dove il risultato è frutto anche di una assenza del centrodestra, e
Castrovillari, di strettissima misura, fanno segnare un risultato si segno
opposto.
In particolare, a Castrovillari, la partecipazione al
voto registra il dato più basso da quando è in vigore l’elezione diretta del
sindaco, come riportato nella seguente tabella (dati tratti dal sito del Comune
di Castrovillari).
La tendenza al ‘ribasso’ con costante contrazione dei voti
espressi è ulteriormente attestata dalla serie storica dei consensi ottenuti
dai due candidati partecipanti al ballottaggio, tra il primo e secondo turno,
come nelle tabelle seguenti.
Significative sono le contrazioni di consenso registrate in
termini di voti assoluti tra il ballottaggio del 2012 e quello del 2015, più
marcata per il candidato Lo Polito che perde 1670 voti a fronte dei 100 del
concorrente delle liste civiche.
Per le elezioni del 2015, va evidenziato l’incremento di
Santagada di 490 voti al ballottaggio sui consensi ottenuti nel primo turno, a
fronte di un decremento di Lo Polito di 278 voti, che ha determinato una
differenza di soli 11 voti per la vittoria finale.
Il risicato risultato non può che essere letto in linea con
le valutazioni già espresse di difficoltà del partito di interpretare con una chiara
e condivisibile proposta progettuale le realtà dei cittadini, come singoli e come soggetti
associativi, rendendo necessario un confronto con la società esterna più ampio
e serrato e senza timori di una competizione aperta.
Appare ineludibile attrezzare il partito, nazionale e locale,
secondo moduli che consentano una reale e sana partecipazione dei simpatizzanti
e degli elettori, oltre che degli iscritti, garantendo nel contempo la
diversità di ruoli delle tre componenti, prima che gli undici piccoli
democratici spariscano ad uno ad uno come i loro omologhi protagonisti del
romanzo di Agatha Christie.
Un’ultima considerazione; nella quasi totalità dei commenti
relativi alle elezioni in Calabria, si pone l’accento sul ruolo svolto dal
governatore Oliverio e sulle eventuali conseguenze del voto per la sua
maggioranza; pochissimi si rivolgono al partito regionale, se non per rimproveragli
una asserita evanescenza. A questo punto, sarebbe necessario interrogarsi sul senso
ultimo del Partito regionale e della sua segreteria.
Francesco
Attanasio
Presidente
Provincia di Cosenza
Associazione Civica
Valori e Lavoro Calabria