Una sonora sconfitta elettorale lascia un senso di
disorientamento spaesante; è peraltro necessario riflettere sui motivi della sconfitta,
ma, ancor più, tentare di individuare le possibili azioni di recupero dell’elettorato
che si è allontanato, rifugiandosi nell’astensione o scegliendo altri partiti e
schieramenti.
Il titolo della famosa opera di Lenin soccorre
puntuale, nonostante i suoi anni; è essenziale abbandonare sterili discussioni,
finalizzate soltanto ad assetti di potere interno al PD, e dedicarsi alla
creazione di una strategia politica di risanamento delle lacerate maglie delle disuguaglianze,
originanti profondo disagio sociale e irritata ed iconoclasta risposta
politica;
quanto al contenuto, ho già indicato, in un precedente
post, la costellazione dei principi
fondamentali della nostra Costituzione come prima trama possibile di programma (https://francescoattanasiocv.blogspot.com/2018/04/partito-democratico-chi-era-costui.html);
quanto al metodo, sono due gli elementi necessari
per un reale rinnovamento; una effettiva apertura a tutte le forze sociale
progressiste ed una assunzione di responsabilità in prima persona di ognuno,
secondo il principio per cui non bisogna chiedersi cosa il paese può fare per
noi, ma cosa ognuno di noi può fare per il paese.
Per la Calabria è venuto il momento di prendere
coscienza della propria posizione storica e geografica, visualizzando le
potenzialità che da tanto discendono, acquisendole quali elementi
caratterizzanti di una azione politica organica e di ampia visione strategica,
in luogo di continuare a proferire alti quanto sterili lai e lamentazioni sulla
situazione odierna;
la posizione geografica la colloca al centro del
Mediterraneo, prima frontiera ideale nei confronti del continente africano,
oggi soltanto all’alba del suo futuro sviluppo economico e demografico, quasi
una piattaforma di incontro tra diverse culture;
è attraversata nella sua interezza da uno dei nove
nove corridoi che costituiscono l'asse portante della Trans European
Network-Transport (TEN-T), definita dal Regolamento Europeo 1315/2013, lo
Scandinavo-Mediterraneo, Helsinki – La Valletta (http://www.rfi.it/cms-file/immagini/rfi_2014/ten-t-corridor-map-2013_gr.jpg);
utilizzare tale dorsale per definire una maglia di
iniziative locali di carattere sociale, economico e culturale può essere una
delle chiavi per dare respiro strategico a miriadi di piccole e medie iniziative
locali, che altrimenti finirebbero disperse nel pulviscolo indistinto di un
localismo fine a se stesso;
il ritardo nello sviluppo in alcuni settori
economici può diventare la chiave per focalizzare iniziative di rilancio in
altri settori, quali quelli più tecnologici e legati alla new economy, ad alto
contenuto di know how e non richiedenti massicci investimenti di capitale, non
facilmente reperibili; ovvero alla green economy, con le sue nuove declinazioni
ispirate al concetto di resilienza, mescolando la tradizione delle economie
locali e l’innovazione offerta dalle nuove opportunità di impresa.
L’aspetto culturale di novità potrebbe essere
rappresentato dalla introduzione di diffuse pratiche di civic hacking (https://civichacking.it/);
un hacker è una persona esperta di sistemi informatici in grado di introdursi
in reti informatiche protette e di acquisire un'approfondita conoscenza del
sistema sul quale interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo
alle proprie esigenze
Nell'ambito civico e politico, l'approccio hacker
si traduce in un concetto molto semplice: innovation without permission.
In altre parole, il civic hacker prende l'iniziativa, aggirando i processi e le
procedure burocratiche, trova un meccanismo per "forzare" il sistema,
prova nuove applicazioni, sperimenta soluzioni alternative, cambia, innova
senza chiedere il permesso. E' una figura vitale per le PA e la comunità in
generale, perché è in grado di trasformare i tradizionali paradigmi di gestione
della cosa pubblica, avviando processi di cambiamento culturale sia all'interno
che all'esterno degli uffici, mettendo in relazioni cittadini e rappresentanti.
Tale metodo diventa determinante nel coinvolgimento
attivo dei cittadini, ottenendo il duplice e rilevante obiettivo di
coinvolgerli rendendoli autori del (proprio) cambiamento e facendone dei
soggetti responsabilizzati di un processo virtuoso;
in tal modo si otterrà l’adesione attiva ed
efficace dei cittadini, sconfiggendo quel negativo fatalismo meridionale, che
rende difficile la riuscita di riforme ed azioni politiche ed economiche calate
dall’altro;
strumento forte diventa in questo quadro la SNAI –
Strategia delle aree interne, che trae la sua filosofia vincente dalla
intuizione di interloquire con le comunità locali rendendole non solo partecipi
quanto piuttosto autrici del proprio sviluppo sociale civile ed economico;
ulteriore linea di intervento è la recente
creazione della ZES, in tutte le sue articolazioni territoriali, che possono
essere volani di sviluppo di più aree di rilevante interesse all’interno della
Regione;
la frammentazione delle istituzioni comunali offre
un’area di intervento sperimentale, in cui l’architettura istituzionale deve
accettare la sfida di modellarsi secondo le esigenze del territorio,
liberandolo come soggetto autore del proprio destino;
lo stesso utilizzo dei fondi europei e nazionali per lo sviluppo avrebbe una solida e coerente traccia di azione, seguendo il quadro delineato;
sono queste una serie di idee che possono servire
come traccia di discussione, per uscire dalle stanze chiuse dei vertici di
potere ed accettare di percorrere i territori aperti, dove ancora dimora l’elettorato
progressista.
Il PD calabrese deve candidarsi ad essere il
soggetto politico promotore di tale quadro innovativo, diventando il punto
qualificato e ragionato di riferimento di tutte le forze che è possibile
coagulare per il raggiungimento di tali obiettivi utilizzando i delineati
metodi, costruendo il futuro delle comunità locali con esse e fornendo loro gli
strumenti del cambiamento;
deve soprattutto accettare la sfida della
contaminazione profonda con le forze calabresi del cambiamento e della
innovazione, riunendole attorno a sé nel rispetto della autonomia di ciascuna e
nel contempo fornendo punto di sintesi ed equilibrio con un articolato progetto
politico, chiaro e condivisibile.