mercoledì 25 novembre 2020

Nuntio vobis gaudium magnum …. No, Gaudio si è perso per … Strada (e senza la Mostarda …)

25/11/2020

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https://francescoattanasiocv.blogspot.com/

 

Anche il Consiglio dei Ministri di ieri sera non è riuscito a partorire il topolino commissariale, prigioniero di veti incrociati (https://www.ilsole24ore.com/art/governo-ipotesi-narciso-mostarda-nuovo-commissario-sanita-calabria-AD4TyN4).

Continua così una estenuante quanto indecorosa maratona di caccia al nome, consegnando alla storia la pirotecnica girandola di Commissari straordinari per la sanità in salsa calabra, dimissionari o dimissionati o, ancor prima, rinunziatari alla sola ipotesi di nomina; (https://www.corrieredellacalabria.it/regione/catanzaro/item/278922-commissario-in-calabria-non-accetterebbe-neanche-gesu-cristo/)

Con un susseguirsi di colpi di scena, accompagnati da boatos mediatici rinforzati da assalti di leoni da tastiere, degni del più fantasioso sceneggiatore di commedie, appunto, … all’italiana, la Calabria ha conquistato la prima pagina dei media della carta stampata e di internet, aggiungendo, medio tempore, la ciliegina sulla torta dell’arresto del Presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini.

La messa in scena dei soggetti (a volte vere e proprie maschere in commedia) coinvolti ha mostrato impietosamente il re nudo;

il Cotticelli, che da generale dei Carabinieri ad un passo dal diventarne Comandante generale (https://www.ilriformista.it/storia-della-carriera-del-generale-saverio-cotticelli-quasi-capo-dei-carabinieri-ma-bruciato-da-del-sette-174457/), appare come un adolescente spaurito e smarrito in un bosco di documenti amministrativi che non conosce affatto, nel corso della nota intervista di Titolo V (https://www.raiplay.it/video/2020/11/Calabria-zona-rossa---Titolo-Quinto-ad6e7cec-d5d9-47cb-ad70-599bdc7d62d6.html);

il sostituto Zuccatelli occupa il proscenio, accompagnato in rete da performance a soggetto a tutto tondo, incurante del politically correct, pur dotato di un curriculum non trascurabile, tenendolo alcuni giorni fino alla resa delle dimissioni indotte dalla richiesta del Ministro della Salute;

il Prof. Gaudio, rettore emerito dell’università La Sapienza di Roma (non c’è due senza tre), esibisce una pudica foglia fico, assumendo a fondamento del suo diniego una asserita indisponibilità del coniuge al trasferimento a Catanzaro;

argomento evanescente, atteso che nell’anno del Signore 2020 è normalmente possibile raggiungere Catanzaro da Roma e ritorno in giornata, tramite diversi voli giornalieri, ovvero in alternativa godere dell’ospitalità alberghiera della città;

molto più verosimilmente, lo stesso è stato dissuaso (aggiungo fondatamente e prudentemente) dalla canea scatenata da legioni di frombolieri della fuffa mediatica sul suo coinvolgimento in una indagine penale promossa dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Catania, su presunte irregolarità in un concorso universitario in cui era risultato vincitore il figlio;

mette conto, nel merito di tale ultima vicenda, sottolineare che dopo l'avviso di chiusura dell'indagine, l'ex rettore ha chiesto di essere interrogato dai pubblici ministeri di Catania e ha esposto la sua difesa. Le argomentazioni hanno convinto la procura diretta da Carmelo Zuccaro, che ha stralciato la posizione di Gaudio, mettendola sul binario della richiesta di archiviazione. Restano invece in piedi le contestazioni per gli altri indagati, per cui verrà fatta richiesta di rinvio a giudizio (https://palermo.repubblica.it/cronaca/2020/11/16/news/catania_l_inchiesta_sui_concorsi_truccati_la_procura_chiede_l_archiviazi0ne_per_l_ex_rettore_gaudio-274629487/ e

https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/11/16/calabria-neo-commissario-gaudio-indagato-procura-valuta-archiviazione_qLXu21tK6XJ6QoOtFYFGTK.html).

Il ben oliato sistema della gogna mediatica ha dissuaso il Prof. Gaudio dall’affrontare un compito che già di suo appariva irto di difficoltà al limite della missione impossibile e creando un clima di polemica e quasi di intimidazione fine a se stessa, che stanno inducendo anche i probabili successivi candidati a fare un passo indietro.

Tale aspetto della vicenda va sottolineato con forza, poiché attiene direttamente alla credibilità delle istituzioni ed ancor più alla credibilità (ove sussistente) degli uomini che le rappresentano.

Il clima di apparente e quasi appagata unità nazionale attorno al governo ed ai decisori registrato nel corso della c.d. prima ondata del virus, di questa primavera, con contorno di slogan “ne usciremo migliori” e simili, sembra ora svanito come neve al sole;

prevale un torvo sentimento distruttivo, alimentato da una rabbia sociale, che è probabilmente solo ai primi vagiti; in tale contesto ogni scelta può (anzi, deve) essere contestata da chiunque creda di essere in possesso di verità rivelate da ignote ed evanescenti fonti, che ha le sue radici in un profondo sentimento di proterva avversione verso tutto ciò che è ‘potere’ costituito, sia esso politico, economico, scientifico, sociale e financo religioso; la demagogia pesca a piene mani in questo stato emotivo, creando il mito dell’uomo della provvidenza, che inevitabilmente nel medio periodo si scontrerà con la complessità del problema, riuscendo soltanto ad aggravarlo;

in questo approccio, è completamente rinnegato ogni rispetto per l’individuo, che diventa oggetto di giudizio perentorio ed irreversibile per un singolo momento della sua vita, magari anche solo sventurato, risultandone marchiato indelebilmente e per questo ostracizzato; è nettamente negato ogni riconoscimento del proprio sé nell’altro teso a realizzare una vera solidarietà sociale;

a fronte di tale onda manca totalmente un contrappeso costituito da elementi di riconosciuta autorevolezza che possa candidarsi alla guida di una società totalmente disorientata; francamente, non sono molti oggi in Italia che possano credibilmente fare un discorso intriso di “blood, toil, tears and sweat” (sangue, fatica, lacrime e sudore), come quello tenuto da Winston Churchill alla Camera dei Comuni del Parlamento del Regno Unito, il 13 maggio 1940, dopo che, il precedente giorno 10, il re gli aveva conferito l'incarico di Primo Ministro del Regno Unito.

È questo il vero nodo da affrontare oggi in Italia, non solo per uscire dall’emergenza Covid 19, ma anche e sopratutto rifondare un paese più equo e solidale, chiamando a mobilitazione permanente e non solo estemporanea le migliori energie del paese.

Sullo sfondo, sempre più fosco, resta l’affidamento di compiti di emergenza al meritorio Gino Strada, che in contesto simile assumono piuttosto l’amaro sapore della morfine somministrata ad un malato terminale

sabato 1 agosto 2020

Professionisti della politica e della comunicazione.

Un occorso di cronaca di questi ultimi giorni, diventato un piccolo ‘caso mediatico’, mi offre lo spunto per alcune considerazioni sul (tanto vituperato) professionismo della politica.

Dapprima i fatti, in sintesi, per chi eventualmente non seguisse con particolare attenzione quanto sta accadendo sul proscenio della prossima campagna elettorale per l’appuntamento amministrativo di settembre a Castrovillari.

Il 25 luglio si dava evidenza sulla stampa che “ha assunto concretezza e forma il Progetto di Governo e di rilancio per la città di Castrovillari e dell’intero territorio che vedrà coinvolti insieme l’Associazione “Solidarietà e Partecipazione”, il Partito Socialista Italiano, Impegno Comune per il Territorio, Associazione “Gaetano Salvemini”, Forze Riformiste e Liberi E Uguali” (http://www.abmreport.it/politica/9547-amministrative-socialisti-e-riformisti-insieme-alle-liste-civiche.html).

Il successivo 29 luglio era diffuso un successivo comunicato in cui si leggeva che “Giuseppe Santagada, detto Peppe, è stato designato dalla coalizione Progetto Civico Democratico per Castrovillari e Territorio come proprio candidato a Sindaco alle prossime consultazioni amministrative del 20 e 21 Settembre”, senza alcuna chiara e specifica indicazione delle forze componenti il Progetto ed aderenti alla designazione del candidato (https://www.kontattoradio.it/2020/07/28/giuseppe-santagada-detto-peppe-e-stato-designato-dalla-coalizioneprogetto-civico-democratico-per-castrovillari-e-territoriocome-proprio-candidato-a-sindaco-alle-prossimeconsultazioni-amministrative/; https://www.sibarinet.it/index.php/notizie/19-politica/25889-giuseppe-santagada-e-il-candidato-a-sindaco-di-progetto-civico-democratico-per-castrovillari-e-territorio; e altre).

Una testata on line provvedeva, integrando i due summenzionati comunicati, a esplicitare nell’articolo pubblicato anche i nomi dei soggetti che comparivano nel primo comunicato del 25 luglio, dando un’apparenza di unanimità nella scelta (http://www.abmreport.it/politica/9555-peppe-santagada-nuovamente-in-campo-e-lui-il-candidato-sindaco-di-progetto-civico-democratico-per-castrovillari.html).

Seguiva, il giorno successivo, la smentita della riferita adesione alla scelta del candidato, da parte di tre delle forze partecipanti al costituendo progetto (http://www.abmreport.it/politica/9559-salvemini-riformisti-e-liberi-e-uguali-non-stiamo-con-santagada.html).

Puntualmente, e con una sottile vena di ironia, la testata on line dava conto della posizione ultima e svolgeva, in chiusura del pezzo, alcune interessanti e condivisibili considerazioni, che val la pena riportare integralmente, essendo oggetto della presente riflessione: “Un appunto però va fatto nella forma politica e comunicativa: a tre giorni dalla annunciata decisione di andare insieme alle liste civiche nessuno dei cronisti poteva immaginare che il progetto politico fosse già naufragato; le smentite - ce lo permettano i rappresentanti delle tre formazioni - si inoltrano solo alle testate che trattano le notizie, per evitare che gli amanti del copia e incolla riportino pubblicazioni che neanche li riguardano. Tanto la politica quanto la comunicazione è una cosa seria ed ha bisogno di professionisti, in entrambi gli ambiti”.

È condivisibile la notazione secondo cui la richiesta di rettifica vada indirizzata alla testata a cui si chiede la stessa; va, peraltro, considerata la necessità per i soggetti coinvolti, data la forte attualità delle notizie in esame, di ottenere il massimo della diffusione della informazione, specialmente nel mondo mediatico, spesso costituito da ‘bolle autorefenziali’ di utenti, che utilizzano poche e ristrette fonti informative; a tanto, va ad aggiungersi l’esigenza, tutta politica (e professionale …), di evitare equivoci ed opacità derivanti dall’essere in circolazione due diversi comunicati, nei confronti dei quali il comune lettore non disponeva delle conoscenze dei fatti, utili per dirimerne l’esattezza, con la conseguenza di un disorientamento, che avrebbe fornito ulteriori argomenti per l’antipolitica.

La sussistenza di entrambe le versioni della notizia (quella ‘integrata’ e quella riportata linearmente) aveva, difatti, già fatto partire una speciosa campagna di strumentali polemiche per fini esclusivamente elettoralistici e basata proprio sulla apparente doppiezza della notizia, campagna che le forze politiche interessate avevano l’urgenza di smentire con nettezza, a salvaguardia della loro coerenza e della chiarezza del percorso politico iniziato.

Ma quello che appare vieppiù interessante è la ulteriore chiosa che afferma perentoriamente “Tanto la politica quanto la comunicazione è una cosa seria ed ha bisogno di professionisti, in entrambi gli ambiti

Non posso che sottoscrivere tale affermazione, pur nella sua forma icasticamente lapidaria; non solo per la naturale considerazione che la politica è soprattutto comunicazione e di conseguenza la comunicazione è, sotto tale aspetto, politica, quanto piuttosto per la notazione che la rapida successione dei comunicati summenzionati, con la evidente differenziazione stilistica (e non solo …), per cui nel primo erano esplicitati i soggetti e nel secondo il richiamo era notevolmente vago e sfumato, era elemento da sottoporre ad attento vaglio critico da un professionista della comunicazione, pur anche mediatica, con i suoi tempi estremamente veloci e netti. Ben sanno i notisti politici che nella comunicazione politica il non detto è spesso più rilevante e significativo del detto.

La politica è evidentemente consapevolezza e governo della complessa società odierna e non può essere diversamente, pena lo scadimento in una sterile ed infantile demagogia, che fa della esasperata semplificazione un amuleto da agitare contro una realtà, che non comprende in tutte le sue sfumature e sfaccettature.

Rivendicare a chiare lettere il professionismo nella politica (e nella comunicazione) non può che farmi piacere, soprattutto nel tempo di una imperante ed autoreferenziale anti-politica.

Il professionismo è garanzia di sedimentazione ragionata di studio, preparazione e bagaglio di esperienze, che consentono il naturale approccio critico ad una realtà sempre più complessa e sempre più in rapido divenire; ritengo sia una qualità essenziale per chi voglia offrire il proprio contributo attivo nella gestione della cosa pubblica e, naturalmente, in quello della comunicazione; oltre alla naturale soggiunta del prerequisito della (professionale …) padronanza della lingua italiana, avendo entrambi i campi un oggetto comune, come quello della divulgazione di idee e notizie.

Ritengo quindi, alla luce delle riflessioni brevemente svolte, di poter fare mio e sottoscrivere l’appello per cui tanto la politica quanto la comunicazione sono una cosa seria ed hanno bisogno di professionisti, in entrambi gli ambiti.