mercoledì 6 maggio 2015

Primo Maggio tra dovere della memoria e (quale) futuro


Con un articolo sul Quotidiano del Sud, titolato ‘Primo Maggio tra dovere della memoria e futuro’, il Segretario regionale del PD, On. Ernesto Magorno, si sofferma sulla ricorrenza della festa del lavoro.
Lo stile è retoricamente agiografico, richiamando luoghi e simboli legati al Primo Maggio in una carrellata tanto voluttuosamente evocativa quanto politicamente scontata e meramente rituale; soltanto in chiusura si fa riferimento ad un non meglio individuato cambiamento, quale stella polare dell’agire politico.
Ritengo che proprio la storia di valori, donne e uomini che si addensa intorno al Primo Maggio, facendone il momento simbolo del lavoro, imporrebbe una riflessione maggiormente densa e più pregna di significati politici e, soprattutto, calati nel preciso momento storico che sta attraversando l’Italia.
I dati sui livelli della disoccupazione, dapprima arditamente sottolineati qualche settimana or sono, e poi prontamente smentiti dalla dura realtà di pochi giorni fa, devono far riflettere sulle modalità di approccio ad un tema che non può essere affrontato come un evento da esorcizzare con stringate ed aride parole totem, non altrimenti discutibili.
La valutazione degli impatti normativi sulla articolata complessità del fenomeno economico richiede quantomeno una meditata cautela, prendendo in considerazione archi temporali calibrati sul medio se non sul lungo periodo.
La drammatica realtà che è sottesa da aridi dati numerici impone, innanzitutto, rispetto per i destini umani che sono rappresentati da apparentemente fredde e neutrali cifre.
Va sottolineata la carenza nel dibattito attuale dell’umiltà di riconoscere la complessità del fenomeno economico e della conseguente necessità di un approccio di confronto e collaborativo con tutte le parti sociali.
Il rinnovamento non può (e non deve) assumere di per sé solo valore di elemento salvifico, senza una chiara individuazione degli obiettivi che si perseguono e del percorso e delle modalità necessari alla loro realizzazione.
Il Primo Maggio (ed ogni successivo giorno, data l’emergenza lavoro) deve essere utilizzato per individuare chiari modelli di sviluppo coerenti con le vocazioni e le potenzialità dei territori e costruiti insieme a tutti gli attori presenti sul territorio stesso.
Il Partito Democratico nazionale e, maggiormente, quello calabrese deve farsi carico del processo di costruzione del dibattito pubblico, partecipato ed aperto, necessario al fine, confrontandosi senza infingimenti e candidandosi ad essere il punto di riferimento e la levatrice del progetto politico da elaborare e realizzare insieme agli altri soggetti economici, sociali ed associativi presenti nelle singole realtà territoriali.
La più ampia partecipazione collettiva avrà il confacente ruolo di garanzia della presenza di concreti contenuti, appropriati e coesi rispetto alle esigenze delle singole zone omogenee di sviluppo economico
Solo così si onora compiutamente il dovere della memoria e si ha il coraggio di scegliere (insieme) quale futuro costruire insieme.

Francesco Attanasio

Componente Assemblea regionale PD Calabria

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