giovedì 7 giugno 2018

Что делать? (Che fare ?)


Una sonora sconfitta elettorale lascia un senso di disorientamento spaesante; è peraltro necessario riflettere sui motivi della sconfitta, ma, ancor più, tentare di individuare le possibili azioni di recupero dell’elettorato che si è allontanato, rifugiandosi nell’astensione o scegliendo altri partiti e schieramenti.

Il titolo della famosa opera di Lenin soccorre puntuale, nonostante i suoi anni; è essenziale abbandonare sterili discussioni, finalizzate soltanto ad assetti di potere interno al PD, e dedicarsi alla creazione di una strategia politica di risanamento delle lacerate maglie delle disuguaglianze, originanti profondo disagio sociale e irritata ed iconoclasta risposta politica;

quanto al contenuto, ho già indicato, in un precedente post,  la costellazione dei principi fondamentali della nostra Costituzione come prima trama possibile di programma (https://francescoattanasiocv.blogspot.com/2018/04/partito-democratico-chi-era-costui.html);

quanto al metodo, sono due gli elementi necessari per un reale rinnovamento; una effettiva apertura a tutte le forze sociale progressiste ed una assunzione di responsabilità in prima persona di ognuno, secondo il principio per cui non bisogna chiedersi cosa il paese può fare per noi, ma cosa ognuno di noi può fare per il paese.

Per la Calabria è venuto il momento di prendere coscienza della propria posizione storica e geografica, visualizzando le potenzialità che da tanto discendono, acquisendole quali elementi caratterizzanti di una azione politica organica e di ampia visione strategica, in luogo di continuare a proferire alti quanto sterili lai e lamentazioni sulla situazione odierna;

la posizione geografica la colloca al centro del Mediterraneo, prima frontiera ideale nei confronti del continente africano, oggi soltanto all’alba del suo futuro sviluppo economico e demografico, quasi una piattaforma di incontro tra diverse culture;

è attraversata nella sua interezza da uno dei nove nove corridoi che costituiscono l'asse portante della Trans European Network-Transport (TEN-T), definita dal Regolamento Europeo 1315/2013, lo Scandinavo-Mediterraneo, Helsinki – La Valletta (http://www.rfi.it/cms-file/immagini/rfi_2014/ten-t-corridor-map-2013_gr.jpg);

utilizzare tale dorsale per definire una maglia di iniziative locali di carattere sociale, economico e culturale può essere una delle chiavi per dare respiro strategico a miriadi di piccole e medie iniziative locali, che altrimenti finirebbero disperse nel pulviscolo indistinto di un localismo fine a se stesso;

il ritardo nello sviluppo in alcuni settori economici può diventare la chiave per focalizzare iniziative di rilancio in altri settori, quali quelli più tecnologici e legati alla new economy, ad alto contenuto di know how e non richiedenti massicci investimenti di capitale, non facilmente reperibili; ovvero alla green economy, con le sue nuove declinazioni ispirate al concetto di resilienza, mescolando la tradizione delle economie locali e l’innovazione offerta dalle nuove opportunità di impresa.

L’aspetto culturale di novità potrebbe essere rappresentato dalla introduzione di diffuse pratiche di civic hacking (https://civichacking.it/); un hacker è una persona esperta di sistemi informatici in grado di introdursi in reti informatiche protette e di acquisire un'approfondita conoscenza del sistema sul quale interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo alle proprie esigenze

Nell'ambito civico e politico, l'approccio hacker si traduce in un concetto molto semplice: innovation without permission. In altre parole, il civic hacker prende l'iniziativa, aggirando i processi e le procedure burocratiche, trova un meccanismo per "forzare" il sistema, prova nuove applicazioni, sperimenta soluzioni alternative, cambia, innova senza chiedere il permesso. E' una figura vitale per le PA e la comunità in generale, perché è in grado di trasformare i tradizionali paradigmi di gestione della cosa pubblica, avviando processi di cambiamento culturale sia all'interno che all'esterno degli uffici, mettendo in relazioni cittadini e rappresentanti.

Tale metodo diventa determinante nel coinvolgimento attivo dei cittadini, ottenendo il duplice e rilevante obiettivo di coinvolgerli rendendoli autori del (proprio) cambiamento e facendone dei soggetti responsabilizzati di un processo virtuoso;

in tal modo si otterrà l’adesione attiva ed efficace dei cittadini, sconfiggendo quel negativo fatalismo meridionale, che rende difficile la riuscita di riforme ed azioni politiche ed economiche calate dall’altro;

strumento forte diventa in questo quadro la SNAI – Strategia delle aree interne, che trae la sua filosofia vincente dalla intuizione di interloquire con le comunità locali rendendole non solo partecipi quanto piuttosto autrici del proprio sviluppo sociale civile ed economico;

ulteriore linea di intervento è la recente creazione della ZES, in tutte le sue articolazioni territoriali, che possono essere volani di sviluppo di più aree di rilevante interesse all’interno della Regione;

la frammentazione delle istituzioni comunali offre un’area di intervento sperimentale, in cui l’architettura istituzionale deve accettare la sfida di modellarsi secondo le esigenze del territorio, liberandolo come soggetto autore del proprio destino;

lo stesso utilizzo dei fondi europei e nazionali per lo sviluppo avrebbe una solida e coerente traccia di azione, seguendo il quadro delineato;

sono queste una serie di idee che possono servire come traccia di discussione, per uscire dalle stanze chiuse dei vertici di potere ed accettare di percorrere i territori aperti, dove ancora dimora l’elettorato progressista.

Il PD calabrese deve candidarsi ad essere il soggetto politico promotore di tale quadro innovativo, diventando il punto qualificato e ragionato di riferimento di tutte le forze che è possibile coagulare per il raggiungimento di tali obiettivi utilizzando i delineati metodi, costruendo il futuro delle comunità locali con esse e fornendo loro gli strumenti del cambiamento; 

deve soprattutto accettare la sfida della contaminazione profonda con le forze calabresi del cambiamento e della innovazione, riunendole attorno a sé nel rispetto della autonomia di ciascuna e nel contempo fornendo punto di sintesi ed equilibrio con un articolato progetto politico, chiaro e condivisibile.

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